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Salute e sicurezza: il ruolo dell'RLS

Con uno dei nostri RLS proviamo a fare un po' chiarezza su questo importante quanto spesso sconosciuto ruolo

Il D.Lgs. 9/4/2008 n.81 ha riordinato in un unico testo normativo i decreti legislativi derivanti dall’adozione delle direttive europee, fra tutti il D.Lgs. 626/94, e le norme contenute nei D.P.R. 303/56 e 547/55. E’ integrativo poi il D.lgs. n.106  del 3/8/2009 che apporta correzioni e modifiche di varia natura.

 

 E’ complicato sintetizzare una così vasta e appassionante materia, anche per chi – come me – svolge ormai da anni il ruolo di RLS, Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. Si potrebbe partire dalle potenzialità per poi passare ai possibili risultati e concludere con uno sguardo rivolto alla realtà che, inevitabilmente, può anche portare ad  uno stato di delusione.

 

Partiamo dal fondo, le note dolenti. Spesso durante la mia attività, visitando i nostri luoghi di lavoro, capita ancora di trovare persone che sanno poco o nulla dell’esistenza della normativa sulla salute e sicurezza e del nostro ruolo di loro Rappresentanti, previsti dalla Legge.

L’informazione, che è dovuta per Legge da parte del Datore di Lavoro, si può reperire nelle varie intranet aziendali. Nella nostra azienda ad esempio vi è il sito di Prevenzione e Protezione che può essere consultato ma è risaputo che con i ritmi di lavoro a cui siamo sottoposti, le pressioni commerciali, l’allungamento dell’orario, ecc. ecc. il tempo va dedicato esclusivamente al lavoro (non si riesce neppure a leggere le circolari di lavoro: figuriamoci quando si tratta delle notizie e normative sulla salute e sicurezza).

 

Un altro motivo di frustrazione è che le Aziende, a mio avviso, non vogliano cogliere appieno la grande opportunità che verrebbe offerta loro se decidessero di essere all’avanguardia nel perseguire una politica gestionale che contempli, come una delle priorità, la promozione della salute e del benessere dei propri lavoratori (che dichiarano poi essere la loro prima risorsa...).

Si pensi ad esempio alla disdetta del 21 giugno 2013 dell’accordo che regola l’attività di noi Rappresentanti per la Sicurezza,  regolarmente eletti dai Lavoratori, decisa dall’Abi e seguita poi dalle varie aziende. Disdetta che, per Intesa Sanpaolo, giunge a metà del nostro mandato quadriennale; questo sottolinea l’importanza che viene assegnata  alla materia: si sottoscrivono gli accordi salvo poi disdirli.

 

 Torniamo al punto di partenza: le potenzialità. Basta leggere il testo di legge per comprendere  come potrebbero essere le condizioni lavorative se esso venisse pienamente applicato. Penso sia inutile ricordare che lavorare in un certo ambiente piuttosto che in un altro possa rendere più sopportabile giornate lavorative già caratterizzate dal normale stress presente in molteplici realtà.

E’ innegabile l’importanza che il Decreto vuole dare alla tutela dei lavoratori anche tramite i loro Rappresentanti le cui funzioni sono elencate nell’art. 50 del D.lgs.81.

Certamente un risultato che ho ottenuto personalmente nel corso della mia attività  è stato quello di vedere introdurre il “rischio rapina” nel nostro D.V.R - Documento di Valutazione dei Rischi.  Infatti per molto tempo l’attività dei nostri colleghi che lavorano allo sportello e che subiscono, fortunatamente non spesso, delle rapine non è stato oggetto di valutazione. E’ stato solo grazie al nostro intervento e tramite prescrizione di una ASL che è stato introdotto tale rischio tra i rischi lavorativi.

 

Un aspetto ancora incredibile è invece che, nonostante questa sia l’era dei computer e che quasi tutto il nostro lavoro si svolga con tali strumenti, non esista, in tutta le rete filiali, un solo addetto ai videoterminali: ricordo che essere considerato un addetto VDT comporta tutta una serie di tutele previste dalle legge, anche mediche.

 

Un altro capitolo che dovrà essere affrontato è quello dello “stress da lavoro correlato”: guardandoci intorno lo stress sembra tangibile ma nel Documento di Valutazione dei Rischi risulta un fattore non ancora presente.

 

Allo stesso modo un fattore di rischio sentito da molti è quello del microclima, anch’esso poco considerato e quindi trascurato.

 

Un ultimo cenno al fatto che i Lavoratori medesimi sono uno dei soggetti ai quali la normativa attribuisce oltre che diritti anche obblighi: questo dovrebbe essere già sufficiente ad accendere l’interesse verso questa materia. Uno degli obblighi è quello di rispondere alla chiamata aziendale a far parte del personale che si deve occupare, in caso di emergenza, di primo soccorso e antincendio. Fortunatamente nei palazzi c’è una buona partecipazione e un accettabile impegno anche aziendale; nelle filiali il primo ad essere nominato quale addetto all’emergenza è il Preposto (Direttore).

 

Spero quindi che questi pochi cenni  abbiano ottenuto lo scopo di informare dell’esistenza di un apparato di norme, strutture, soggetti, obblighi, sanzioni che servono a tutelare il lavoratore: in ogni caso rimango a disposizione di tutti i colleghi per qualsiasi informazione riguardo la mia attività.

Articolo di Valter CASALE – RSA Fiba ISGS Torino e RLS

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