Il valore del tavolo e degli accordi
Dopo una lunga maratona sono stati sottoscritti importantissimi accordi di II livello: un'analisi a 360° sul valore del negoziato

Il Governo che, mesi fa, decide di non confermare per il 2015 la detassazione per i premi di produttività.
Un'assemblea al Colosseo (forse sbagliata nella forma e nella comunicazione) presa a pretesto per un decreto d'urgenza sulla materia.
Il presidente del Consiglio che non si fa mancare una platea tra gli imprenditori osannanti, evitando accuratamente di farsi coinvolgere in tristi avvenimenti sindacali.
Il presidente di Confidustria, Piergiorgio Squinzi, tentato di far saltare il tavolo per la costituzione del nuovo modello contrattuale (purtroppo aiutato da Cgil e Uil che hanno disertato i negoziati) abdicando di fatto al ruolo delle parti sociali e lasciando una delega in bianco al Governo.
Potrei continuare ancora. L'aria che si respira nel nostro Paese non sembra la più adatta per trovare quella condivisione tra gli attori del mondo del lavoro che, a nostro avviso, è invece necessaria per uscire davvero dalla crisi.
Alla luce di ciò, ritengo gli accordi di II livello sottoscritti lo scorso 7 ottobre tra Sindacati e Gruppo Intesa Sanpaolo ancora più importanti. Dimostrano, infatti, che se entrambe le parti hanno la voglia e la pazienza giuste, si possono sottoscrivere intese che portano ad un miglioramento della produttività coniugandolo con il miglioramento della vita delle colleghe e dei colleghi.
Ciò che più ritengo apprezzabile e lungimirante è la condivisione (finalmente!) anche di alcuni aspetti legati all'Organizzazione del lavoro. Troppo spesso, colpevolmente, il sindacato ha preferito "non sporcarsi le mani" su temi spinosi come quello del sistema incentivante. Certo, è più facile incolpare l'Azienda per un sistema non condivisibile piuttosto che cercare in tutti i modi di trovare un'intesa sul tema. Costa meno fatica e si esce puliti, puri e illibati, ma non è questo il Sindacato che serve ai lavoratori!
Finalmente gli accordi del 7 ottobre gettano le basi per i premi futuri, con l'istituzione del PVR, Premio Variabile di Risultato. Finalmente si sapranno le cifre che ogni collega potrà ottenere, in base al raggiungimento degli obiettivi, evitando quei "premi" dati ex post e senza grosse spiegazioni come avvenuto quest'anno.
Altro tema fondamentale che è stato trattato finalmente tra le parti sociali è quello delle politiche commerciali. Accanto all'istituzione di un canale per segnalare (da parte dei colleghi, eventualmente anche tramite Sindacato) i comportamenti dei capi che vanno contro la dignità della persona, valore primario ribadito negli accordi, ritengo che la novità più rilevante sia un'altra: finalmente è stato scritto e condiviso dall'Azienda che le varie reportistiche che ormai abbondano in ogni filiale vanno abolite se i dati richiesti sono già ricavabili tramite i sistemi informatici che l'Azienda mette a disposizione.
Toccherà ad ognuno di noi dare valore a questo accordo, ma ce ne occuperemo nel dettaglio nell'articolo che segue.
Altro filo rosso che lega le varie parti degli accordi, accanto alla condivisione di aspetti legati all'organizzazione del lavoro, è l'attenzione che viene indubbiamente posta nei confronti dei più giovani o, comunque, dei redditi più bassi all'interno del Gruppo.
I segnali a riguardo sono moltissimi: un conguaglio VAP più alto (di poco, ma comunque più alto) per chi ha reddito inferiore a 35.000 euro, l'innalzamento graduale del contributo aziendale alla previdenza complementare fino a raggiungere dal 2018 il 3,5% per tutto il personale che aderirà al nuovo Fondo di Gruppo, il ripristino dei percorsi di carriera per i gestori, l'inquadramento minimo a QD1 per tutti i direttori.
Analizzando ancora gli accordi, molto spazio viene dato alla conciliazione tempi di vita / tempi di lavoro. Uno sguardo particolare viene concesso a chi ha più bisogno di tempo: perché, ad esempio, ha un figlio con disturbi specifici di apprendimento, oppure perché, a seguito di una grande patologia, ha bisogno di permessi per le visite mediche. O ancora, ha terminato tutti i suoi permessi ma ha bisogno ancora di giorni supplettivi per sé stesso o per un familiare portatore di handicap secondo la Legge 104, con la costituzione della Banca del Tempo, che potrà avere in futuro anche ulteriori sviluppi.
Per la prima volta, poi, viene incoraggiato il senso di "paternità", con nuovi permessi specifici per il padre lavoratore e il contributo aziendale per incentivare i congedi parentali dei colleghi neo-papà.
Per tutti, inoltre, viene istituito sperimentalmente l'istituto della sospensione volontaria dell'attività lavorativa: fino a 15 giorni di permesso ogni anno, con un trattamento economico versato dall'Azienda pari al 35% del proprio stipendio.
Per quel che concerne gli iquadramenti, viene istituita per la prima volta l'indennità di ruolo, che viene di norma consolidata dopo 24 mesi. Personalmente lo ritengo un tempo accettabile, un giusto compromesso tra meritocrazia e riconoscimento delle professionalità.
Sicuramente, come ogni vicenda umana e terrena, anche quest'accordo potrà nel futuro essere migliorato, ma sono convinto che dimostri abbastanza platealmente come la ricerca del confronto tra le parti possa sfociare, molto più spesso di quanto si creda, in intese apprezzabili da tutti: imprese e lavoratori. Quando il confronto è sincero e costruttivo si ottengono benefici concreti per la vita quotidiana dei colleghi. Da sempre, la Cisl crede che il II livello vada potenziato, perché è nelle Aziende che si crea, si gestisce e si distribuisce la produttività, senza dimenticare chiaramente il valore del CCNL. Il Contratto Nazionale, che rimane fondamentale e imprescindibile specie in un Paese caratterizzato da una grande maggioranza di piccole imprese, non può però essere usato come totem per temere o rifiutare la contrattazione nelle singole realtà.
Articolo di Beppe CAPOZZOLO - Coordinamento Fiba Cisl Intesa Sanpaolo Torino e provincia