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L'Europa per i giovani

Con la Raccomandazione del 22 aprile 2013 è nata la Garanzia per i Giovani di tutta l'Unione per il lavoro e la formazione dei giovani europei

Mentre la disoccupazione giovanile europea viaggia attorno al 23% (in Italia addirittura oltre il 40%) e i populismi vari ci ammoniscono circa l'inutilità dell'Europa, l'Unione Europea ha lanciato - tramite la Raccomandazione del 22 aprile del 2013 - un ambizioso programma: la garanzia per i giovani (youth guarantee).

 

Oltre al dato allarmante sulla disoccupazione, ce n'è un altro ancora più sconvolgente: quello dei cosiddetti Neet, che secondo la BCE sono il 20% in Italia. Per Neet si intende quella fascia di popolazione giovanile tra i 15 e i 29 anni inattivi, ossia non impegnati né in un lavoro, né nella formazione né in un tirocinio (l'acronimo inglese Neet sta per Not in Education, Employment or Training). 

 

Visto questo poco confortante panorama, vediamo ora come cercherà di intervenire la Garanzia per i Giovani europea.

L'obiettivo è che tutti i giovani dell'Unione tra i 15 e i 24 anni debbano ricevere, entro 4 mesi dalla loro uscita dal sistema formativo o dall'insorgere della disoccupazione, una proposta di lavoro, di tirocinio o di un ulteriore corso di studi.

La Finladia dispone già dal 2011 di un sistema simile e si calcola che l'83,5% dei giovani abbia ricevuto - tramite i centri per l'impiego - una proposta di lavoro entro i primi 3 mesi dall'iscrizione.

Certo, pensare che la stessa cosa capiterà in ogni Paese e quindi in Italia è una speranza vana.

Il mercato del lavoro è fermo e non sarà certo una legge o una direttiva a rimettere in modo l'economia.

Se, però, trovare un lavoro o uno stage potrebbe rimanere complicato rimane l'ultima alternativa della Raccomandazione Europea: le politiche attive.

 

In Italia, ahinoi, siamo poco abituati alle cosiddette "politiche attive" per quel che concerne l'occupazione: preferiamo le "politiche passive", ossia contributi in varia forma (Aspi, mobilità, cassa integrazione, ecc) anziché occuparci di rendere chi ha perso il lavoro nuovamente una possibile risorsa per un'impresa.

Quando si parla di politiche attive per il lavoro si intende quell'insieme di azioni mirate alla formazione e al sostegno delle persone per la loro collocazione lavorativa. Inoltre, oltre a rendere più competente il cittadino, attraverso le politiche attive si può ottenere un altro risultato, se vogliamo addirittura più importante: si evita che chi è stato espulso dal mondo del lavoro si senta escluso dal mondo tout court.

 

La Garanzia per i Giovani dell'UE ha anche questo pregio: se verranno attivati corsi di formazione, di riqualificazione o di orientamento, le persone si sentiranno meno sole, riuscendo a creare quelle reti relazionali così importanti specialmente nei momenti più difficili.

 

L'Europa inteviene con dei massicci finanziamenti a supporto della Garanzia Giovani, che per l'Italia si aggirano attorno al miliardo di euro.

L'uscente governo Letta ha iniziato a definire, anche con il contributo dei Sindacati e delle altre parti sociali, la struttura dell'intervento nel nostro Paese. Purtroppo, essendo il lavoro uno degli argomenti a legislazione concorrente tra Stato e Regioni, accanto a degli strumenti nazionali bisognerà che ogni singola Regione si attivi per favorire l'istaurazione della Youth Guarantee.

 

Le idee ci sono e sono tante, ma bisognerà partire dal potenziamento e dal miglioramento qualitativo dei Centri per l'Impiego, che spesso nel nostro Paese appaiono quasi inutili.

Verrà inoltre creato un portale nazionale che possa far incontrare domanda e offerta di lavoro; dovranno essere istituiti corsi di formazione professionale a partire dall'analisi dei bisogni delle imprese.

 

Noi di Insieme seguiremo l'attuazione della Garanzia Giovani in Italia e vi terremo informati.

Nel frattempo, chi volesse saperne di più può consultare i seguenti siti:

 

Sito dell'Unione Europea sulla Youth Guarantee in lingua italiana

 

Piano di Attuazione in Italia della Garanzia Giovani

 

Portale del Governo italiano sul lavoro (cliclavoro)

 

 

Per concludere, ricordiamo che già nel 1993 l'Unione Europea ha creato la rete Eures per la mobilità professionale e sul sito Eures è possibile inserire il proprio curriculum e cogliere le opportunità di lavoro in tutta Europa.

 

 

 

 

 

Articolo di Beppe CAPOZZOLO – Coordinamento Fiba Intesa Sanpaolo Torino e provincia

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