Istanbul: che città!
Giancarlo Allocco ci porta alla scoperta di questa bella città ricca di storia e di cultura

Articolo di Giancarlo ALLOCCO - Coordinamento Fiba Isgs Moncalieri
Bisanzio, Costantinopoli, Istanbul: una città che ha posseduto tre nomi nell’arco di poco più di 2500 anni porta ragionevolmente a supporre ad un centro della civiltà umana particolarmente ricco di stimoli. Infatti il viaggiatore sensibile ed accorto rimarrà sorpreso dalla ricchezza e varietà dello scenario che una permanenza in questo luogo offrirà ai suoi sensi.
Il turista, con sufficiente tempo a disposizione, ritroverà l’eco di tutto questo passato sia nell’urbanistica della città che nell’atteggiamento delle persone.
Il viaggio sarà probabilmente in aereo magari con le linee aeree turche TURKISH AIRLINES CHE da tre anni vincono il primo premio di migliore linea aerea europea con il maggior numero di scali a livello mondiale.
La carta di identità con scadenza a più di tre mesi è sufficiente per entrare in Turchia.
L’aeroporto ATATURK (dal nome del rifondatore della nazione in repubblica) ci sorprenderà per modernità ed efficienza ed all’uscita basterà prendere un taxi a cui forniremo l’indirizzo del nostro albergo per trovarci a destinazione in una mezz’ora spendendo circa 20 euro (non è indispensabile contrattare in anticipo il prezzo, il tassametro parlerà chiaro ed i taxisti sono piuttosto corretti).
La posizione ideale del nostro albergo (consiglio di prenotare su siti tipo www.booking.com) sarà da cercarsi nell’area di SULTANHAMET che prende il nome dal sultano Hamet costruttore della omonima moschea chiamata anche Moschea Blu.
Si tratta della zona corrispondente alla penisola storica a sud del Corno d’Oro.
Questa zona è attraversata dalla linea 1 del tram (TRAMWAY 1) che sarà un ottimo mezzo di trasporto per raggiungere 80% dei luoghi di interesse.
Chi ama camminare troverà comunque utili le rotaie del tram come punto di riferimento.
Gli alberghi con un costo tra i 60 e 100 euro per notte per una camera doppia e prima colazione sono la garanzia di un perfetto equilibrio tra prezzo e qualità (che sarà comunque elevata).
L’igiene è un parametro importante in Turchia quindi non aspettatevi brutte sorprese, gli angoli dove mangiare sono disseminati ovunque ed i Turchi non hanno orari strettamente definiti per i pasti, di conseguenza potrete mangiare in qualunque momento lo desideriate.
Certo i ristoranti con decorazioni tipiche, dove potrete sedere su cuscini a terra attorniati da tappeti, o le terrazze panoramiche sul Bosforo (lo stretto che divide i due continenti) saranno un po’ più costosi dei 5 euro di un pasto ad un kebab, tuttavia entrambe le esperienze hanno il loro fascino.
Il cibo riprende in linea di massima i sapori della cucina mediterranea del sud.
Riso onnipresente, in parziale sostituzione del pane (comunque sempre disponibile in varianti a volte inconsuete), pollo, agnello, pesce (eccezionalmente economico rispetto ai nostri standard).
Per le verdure la parte della regina è qui appannaggio della melanzana per cui esiste un vero culto, molto apprezzate le patate ed i peperoni, di piccola taglia, verdi ripieni.
In teoria gli alcolici non sono serviti in tutti i locali, se potete farne a meno potrete più facilmente avere rapporti con la popolazione locale (chiacchierare con la famiglia del tavolo vicino).
Intendiamoci, i Turchi (soprattutto i giovani) apprezzano molto la birra e talvolta anche i super alcolici. L’idea corrente è che un ristorante frequentato da famiglie con bambini dovrebbe evitare di essere il teatro dove persone ubriache potrebbero perdere il controllo.
Non è tanto l’alcol in sé a godere di una cattiva reputazione quanto gli atti sconsiderati a cui può condurre. Di conseguenza più che al ristorante si dovrebbe consumare alcolici nei bar, pub, ecc.
Rimanendo sul tema buona educazione, noterete come la popolazione locale tenda ad essere pacata e discreta nei modi. Non è assolutamente normale parlare forte in un tram, al ristorante o anche solo per strada. Tutti vi diranno che gli Italiani sono da loro considerati particolarmente simpatici (ed è vero) quello che per cortesia vi taceranno e che siamo considerati un po’ troppo chiassosi…
Un caro amico un giorno mi confidò di come gli paresse strano che per gli italiani fosse normale una lite tra moglie e marito per strada davanti a tutti.
Nell’ambito della popolazione locale neanche ai bambini è concesso fare i capricci strillando!
Un piatto assolutamente da non perdere sono i MANTI’, piccoli ravioli a base di carne serviti con una salsa di yogurt calda aromatizzata con zafferano, curry e menta.
Per ciò che riguarda i dolciumi i Turchi ne vanno letteralmente pazzi, i più noti sono i BAKLAVA ma le varianti a base di sfoglia e frutta secca sono infinite.
Molto amate le creme di verdura (CIORBA) che dovrebbero essere la prima portata e talvolta vengono consumate addirittura a colazione.
Se vorrete una pizza all’italiana sarete forse delusi, ma la locale PIDE (a forma di barchetta) può essere una piacevole scoperta.
Raramente, potrebbe esserci un uso un po’ eccessivo di peperoncino (KIRMISI BIBER) se non lo amate basta chiedere di ometterlo e non ci saranno problemi.
Il the, di qualità eccezionale, viene bevuto a tutte le ore del giorno e sancisce i momenti di relax e di conversazione esattamente come il caffè in Italia (per inciso il the alla mela è essenzialmente una trovata per i turisti, nessun turco ne tiene in casa).
In tutte le stagioni (anche se il periodo privilegiato va da aprile a novembre) passeggiare per la città fornisce emozioni a getto continuo.
Potrebbe essere interessante iniziare con una visita alla CISTERNA di GIUSTINIANO (YEREBATAN), vicinissima a Santa Sofia, costruita 1500 anni fa sottoterra per raccogliere le acque. Si presenta come una cattedrale sotterranea con più di 300 colonne. Due enormi teste di Gorgone rovesciate testimoniano l’utilizzo di materiale edilizio di recupero da luoghi di culto. La presenza sotterranea di acqua e pesci, le luci particolari e la musica di sottofondo creano un atmosfera realmente indimenticabile. Una realizzazione architettonica che vanta un millennio e mezzo in una delle zone più sismiche del pianeta.
SANTA SOFIA, anch’essa voluta da Giustiniano nel VI secolo, fu la più grande basilica della cristianità fino all’edificazione di San Pietro a Roma mille anni dopo.
La costruzione della cupola mise a dura prova i più grandi architetti dell’impero. Trasformata in moschea dagli ottomani, dopo l’instaurazione della repubblica è ora un museo slegato da ogni forma di culto. La grandiosità dell’edificio è realmente stupefacente ed i resti dei mosaici estremamente suggestivi. Percorrendo le scale e le balconate la tecnica costruttiva ci darà l’impressione di trovarci a Roma in un qualche edificio del periodo imperiale.
Tra SANTA SOFIA e la MOSCHEA BLU si può sostare in un luogo magico, un’area verde con panchine, una grande fontana e cespugli dove si gode della vista ravvicinata di entrambi gli edifici.
Qui siamo in sospeso tra due tempi il 500 ed il 1600 (approssimativo periodo delle costruzioni) e tra due mondi (il cristianesimo e l’Islam) ed è impossibile non percepire il dialogo tra le due costruzioni (la seconda si ispira alla prima). Veramente in quest’angolo l’idea di “scontro delle civiltà” non può che apparire ingiustificato e sciocco.
Spostandoci di poco troveremo la piazza dell’IPPODROMO, il luogo delle corse delle bighe. Qui un altro salto temporale ci attende: Teodosio nel 390 fece porre al centro dell’ippodromo un obelisco proveniente dall’Egitto, già allora antico di un paio di millenni, esso dialoga col la piazza di epoca romana appunto e con la MOSCHEA BLU completata nel 1600 circa. Abbiamo così 3 oggetti che ci parlano di tre grandi civiltà in un arco di 5 millenni.
Non sarà difficile, specie in una passeggiata serale, immaginare il palazzo di GIUSTINIANO che occupava lo spazio dell’attuale MOSCHEA BLU, con la sua terrazza che consentiva all’Imperatore ed alla sua consorte TEODORA una comoda vista sui giochi equestri.
Molte le donne la cui vita si è intrecciata alla storia di Costantinopoli. Verso l’anno 800, Carlo re dei Franchi vagheggiava un matrimonio con l’Imperatrice IRENE (una donna imperatrice già…) mentre il califfo HARUN AL RASHID (si, proprio quello delle mille e una notte) mandava regali e messi diplomatici ad entrambi da BAGDAD dove aveva appena creato la più grande biblioteca del mondo).
Sempre sulla piazza dell’Ippodromo, se teniamo la Moschea Blu alle nostre spalle, avremo di fronte a noi alla sinistra un edificio marrone non particolarmente evidente.
Era questa la residenza IBRAHIM PASHA il primo ministro di SOLIMANO IL MAGNIFICO. L’impero ottomano raggiunse nel XVI secolo il suo massimo splendore, Solimano invitò, senza successo, sia Michelangelo che Leonardo alla sua corte (Leonardo pensava alla costruzione di un ponte sul Bosforo che unisse Europa ed Asia).
Ibraim Pasha (di origine greco-cristiana iniziò la sua carriera come schiavo che lavorava alla costruzione del palazzo del sultano padre e divenne amico intimo del giovane erede quando entrambi erano ragazzi) fu così abile ed amato da Solimano che raggiunse un prestigio enorme è fu il primo a godere del titolo di GRAND VISIR.
L’epoca di questo grande monarca ci ha lasciato la MOSCHEA DI SOLIMANO con annessi le tombe sua e della moglie che morì prima di lui. La delicata bellezza di questa tomba ci testimonia la profondità dell’amore del Sultano che, dicono gli storici, non si riprese dalla perdita (benché avesse un harem a disposizione).
Queste opere si devono all’architetto SINAN che realizzò con la sua competenza tecnica i desideri di Solimano ed è considerato il più grande architetto della storia ottomana.
Sempre nell’ambito del grandioso periodo ottomano il PALAZZO DI TOPKAPI (porta del cannone) con i suoi giardini e padiglioni merita quasi un’intera giornata di visita. Magari con un pranzo con la vista sul mare su cui si affaccia il lato nord del complesso).
Adiacente al palazzo, il MUSEO ARCHEOLOGICO ci porrà di fronte ad affascinanti reperti MESOPOTAMICI, non dimentichiamo che la parte nord dei fiumi Tigri ed Eufrate si trova sul territorio turco.
In tema di musei il MUSEO DI ARTE ISLAMICA di fronte alla MOSCHEA BLU è certamente da non perdere così come i più begli affreschi bizantini che si trovano a SAN SALVATORE IN CHORA (purtroppo un po’ fuori mano).
Dietro la Mosche Blu in una via ribassata si trova l’ARASTA BAZAAR. Non facciamoci fuorviare dal termine bazaar, non si tratta di un mercatino ma di una via di negozi eleganti con oggetti di alto livello dove una piastrella in ceramica può anche costare 300 e più euro. Un angolo da non perdere.
Più noto il GRAND BAZAAR che può essere considerato il più antico centro commerciale del mondo. Qui dal 1461 si commercia in merci pregiate di altissimo livello, accanto ai più modesti articoli ricordo. Potete acquistare dalla bigiotteria ai lingotti d’oro certificati, passando per la pelletteria (che è particolarmente interessante). Due soli dati: 4000 negozi per un affluenza giornaliera di clienti che può arrivare alle 200.000 unità. I negozi pagano affitti molto elevati quindi anche i prezzi non sono sempre i più convenienti di Istanbul comunque l’atmosfera è veramente unica. Non temete di perdervi, capita a tutti…
Se volete pranzare all’interno vi raccomandiamo il ristorante storico: PEDALIZA.
Il bazaar che però è il preferito di chi scrive è il BAZAAR EGIZIANO o BAZAAR delle SPEZIE.
Costruito vicino al mare all’imbocco del CORNO D’ORO nel 1600, è dedicato ad ogni genere di spezie, frutta esotica essiccata, essenze, saponi, stoffe, pietre preziose e non.
Un luogo di profumi, sapori e colori imperdibile.
A fianco si erge la elegantissima MOSCHEA NUOVA.
Parlando di moschee ricordiamo che l’accesso dei turisti alle moschee è gradito e visto con simpatia ovunque, in particolare se il visitatore mostra di apprezzare l’edificio e si comporta rispettosamente.
E’ tassativo togliersi le scarpe (come del resto nelle case private) e coprire il capo con un foular per le donne. Per quanto ovvio ricordiamo che anche gli uomini dovrebbero avere pantaloni lunghi e camicie con le mezze maniche!
I Turchi, detentori fino ad un secolo fa di un impero multi razziale e multi etnico, sono molto ben disposti verso gli stranieri ed amano molto informarsi su usi e tradizioni di altri stati. Per cui le occasioni di fare conversazione sono da cogliere al volo.
E’ inoltre importante sottolineare che Istanbul è una città molto sicura anche nelle ore serali, quindi si può andare in giro con grande serenità e relax.
Se si ha un po’ di tempo dalla zona del BAZAAR DELLE SPEZIE che si chiama EMINONU, potrebbe essere molto interessante, prendere il vaporetto che percorre il CORNO D’ORO e raggiungere il complesso religioso di EYUP.
Meta di pellegrinaggi, vi si respira un’aria di grande serenità e pace e tra gli articoli considerati di carattere religioso si vendono essenze e l’HENNE’ per il trucco degli occhi delle donne.
Sempre da EMINONU si può prendere un vaporetto per la sponda asiatica del Bosforo ed arrivare ad USKUDAR. Qui i turisti sono poco presenti ed i mercati rionali hanno un’aria più autentica.
La zona a nord del CORNO D’ORO è quella che nei secoli passati era la più abitata da europei (basti dire che la TORRE GALATA) fu costruita dai Genovesi.
Qui si cammina fino ad arrivare a alla famosa piazza TAKSIM in un ambiente architettonico che ricorda le capitali europee nel XIX secolo.
Le cose da dire su questa città sarebbero veramente innumerevoli, come un cenno al tunnel della metropolitana che unisce i due continenti dal 29 ottobre 2013 (il più profondo tunnel sottomarino del mondo), o i momenti deliziosi che si possono passare nel PARCO DELL’UNIVERSITA’ (una delle più antiche del mondo) o nel PARCO DELLE ROSE (GULANE PARK).
Non possiamo che rimandarvi alla guida che potrete trovare al seguente link in internet: http://sdrv.ms/Kpjv1R.