Il libro del mese
Recensione del libro "I figli della libertà"

Articolo di Ettore BIAGI - RSA Fiba Moncalieri
Una storia triste ma vera, toccante e che lascia nel lettore un sacco di emozioni e insegnamenti.
Un gruppo di ragazzi arrivati da tutta Europa (quasi tutti non francesi) si ritrova a Tolosa e da vita ad una brigata partigiana che sotto il regime di Vichy combatte contro i nazisti effettuando atti di sabotaggio, attentati e anche qualche omicidio di alti ufficiali Tedeschi...
La brigata viene combattuta dalla polizia collusa coi nazisti con tutti i mezzi dalla prigione alle torture alle condanne a morte finchè grazie ad un esperto di spionaggio la brigata non vien tutta imprigionata, erano i giorni in cui lo sbarco e la liberazione della Francia dovevano essere imminenti ma .. non arrivavano mai....
Tutta la brigata, mischiata con circa 650 prigionieri ebrei e comuni, viene caricata su un treno e inizia un viaggio della disperazione da Tolosa a Dachau.
La descrizione dei patimenti di fame sete malattie che queste persone ormai ridotte a cose ammassate su un treno, sono strazianti per il caldo torrido dell'agosto francese e anche per le incursioni aeree alleate che mitragliavano i vagoni credendoli approvvigionamenti tedeschi.
Emblematiche le pagine che raccontano un'incursione aerea durante la quale il protagonista si sporge dal finestrino con tre pezzi di stoffa bianco rosso e blu (tricolre francese) riuscendo in pochissimo tempo a dissuadere l'aviatore dal mitragliare il treno e a vederlo chiaramente prendere coscienza di cosa stava per fare incrociando il suo sguardo e fissandolo nella memoria.
Molti prigionieri muoiono, uno di questi riesce a farne scappare alcuni calandoli sui binari mentre il treno corre nelle campagne francesi quasi al confine con la Germania.
Quest'ultimo chiede al protagonista di promettergli che avrebbe raccontato tutto ai suoi figli negli anni successivi per ricordare a tutti il loro sacrificio, Lui promette, si salva, si sposa e ha dei figli.
Quando il più grande ha 18 anni gli chiede di accompagnarlo in una cerimonia pubblica durante la quale per la prima volta, a 20 anni dalla fine del conflitto, il ministro della Difesa francese riconosce pubblicamente i meriti della 35 brigata partigiana e da ai superstiti la legione d'onore.
A premiare i superstiti c'è l'aviatore che lo rivede e riconosce lo sguardo visto sul treno tanti anni prima.
IL protagonista dopo racconta per filo e per segno la sua storia al figlio che la trasforma in questo splendido libro.
La chicca finale è che alla domanda del figlio del perchè il papà non gli avesse raccontato niente prima, la risposta semplice e grandiosa nello stesso tempo è: non ho voluto gravarti di un simile peso, ti avrei rubato la tua infanzia!