Firmata l'ipotesi di rinnovo del Contratto
Dopo una lunghissima trattativa, due giornate di sciopero e quattro manifestazioni nazionali, Sindacati e Abi trovano un'ipotesi di accordo sul contratto.

Articolo di Beppe CAPOZZOLO - Coordinamento Fiba Cisl Intesa Sanpaolo Torino e provincia
Dopo il riuscitissimo sciopero dello scorso 31 gennaio, erano riprese le trattative per il rinnovo del CCNL.
Lunedì 23 marzo l'eventuale accordo appariva molto lontano e difficile: l'Abi continuava a proporci richieste per noi inaccettabili. Ad esempio, l'applicazione dei contratti complementari (con un 20% in meno di salario e 40 ore di lavoro settimanali) per alcune lavorazioni; una frettolosa e drastica riduzione dei livelli inquadramentali, con forti ripercussioni sopratutto sui Quadri Direttivi; il blocco degli scatti di anzianità che sarebbero andati a colpire principalmente i giovani, già privi in molti Gruppi di ogni possibilità di crescita salariale.
Inoltre, non si riusciva ad entrare nel vivo della trattativa per le tutele dell'occupazione.
A questo punto, le Segreterie di tutti i Sindacati ritenevano di doversi alzare dal tavolo e proclamare un'ulteriore mobilitazione della categoria con assemblee, ulteriori due giornate di sciopero e una grande manifestazione nazionale.
E' probabile che l'Abi - tra l'altro molto divisa al suo interno - non si attendesse una risposta così ferma da parte delle Organizzazioni dei Lavoratori.
Così nel pomeriggio di giovedì 26 marzo giungeva la richiesta da parte dell'Abi ai Sindacati per un nuovo incontro in data lunedì 30 marzo.
Dopo due giornate di trattativa intensissima, alle 5 del mattino del 1 aprile finalmente i Segretari dei Sindacati potevano firmare l'ipotesi di rinnovo del CCNL.
L'ipotesi diventerà operativa solo se sarà approvata dalla maggioranza dei colleghi che, in tutta Italia, parteciperanno alle Assemblee che partiranno nei prossimi giorni sui posti di lavoro.
E' un accordo che respinge al mittente molte delle richieste dell'Abi: manteniamo l'Area Contrattuale così come è attualmente, lasciamo inalterati gli inquadramenti, confermiamo gli scatti di anzianità, otteniamo nuove ed importantissime reti di sicurezza per eventuali licenziamenti economici nel settore.
Il Contratto varrà, anziché per i classici 3 anni, per un anno in più, ossia fino al 31 dicembre 2018.
L'aumento economico di 85 euro a regime può esser ritenuto accettabile in un momento di bassissima inflazione e di crisi come quello che stiamo vivendo, seppur in parte compensato dalla ridotta basi di calcolo per tutta la durata contrattuale del TFR, che verrà conteggiato solo su stipendio e scatti.
Personalmente, in ogni caso, ho sempre ritenuto che la partita principale di questo rinnovo fosse la parte normativa (completamente salvagurdata, con addirittura delle piccole migliorie quali ad esempio sul comporto per le malattie oncologiche e la possibilità di usufruire di alcuni permessi ad ore) e la tutela occupazionale. Intesa sia come garanzie per chi attualmente già opera in banca (si veda a questo proposito l'esclusione del Jobs Act in caso di cessione del contratto e l'attuazione di una serie di nuove tutele per i licenziamenti economici) sia per i nuovi assunti, che vedranno un aumento economico di tutto rispetto.
Per scoprire, in brevi punti, cosa prevede l'ipotesi di rinnovo - in attesa delle Assemblee - vi invito a leggere il prossimo articolo di Insieme.