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Aspettando il piano industriale...

Le posizioni della nostra Organizzazione sul futuro del Gruppo Intesa Sanpaolo, tra sofferenze e alcune novità alle porte

Articolo di Caterina DOTTO – segretaria nazionale responsabile Fiba Gruppo Intesa Sanpaolo

Nelle ultime settimane gli incontri e le trattative nel Gruppo Intesa Sanpaolo sono ripartiti e, come avviene in questi casi, è ripartito tutto insieme: trattativa Medio Credito - Medio Factoring, Banca Monte Parma, verifica accordi sull'occupazione, su banca estesa e tra poco più di un mese, il 28 marzo verrà presentato il Piano Industriale. Cerchiamo di fare il punto della situazione, cominciando da una panoramica più ampia, guardando l’intero comparto del credito.

 

Il settore: sofferenze e assenza di redditività

I dati sono fortemente negativi. Per i primi 39 gruppi bancari, come agglomerato, non c'è redditività, il ROE 2013 è del 0,5%, quello previsto 2014 è del 1,7 %, mentre il mercato chiederebbe il 9 %. In Europa la redditività di sistema nel primo semestre 2013 era del 6,8 %. Le sofferenze sono cresciute a dismisura, passando dal 3 % del 2007 al 6,5 % del 2013. La produttività per dipendente fatto 100 il 2003 è oggi crollata a 88,6. I quadri direttivi sono il 38,5 % (in ISP il 41,6 %).Il sistema ha avuto la rivalutazione quote di Banca d'Italia, ma ha subito un incremento di IRES dell'8 % e l'anticipo delle imposte dirette del 130 %.A tutto questo si aggiunge la necessità di rifinanziare il Fondo Interbancario di Garanzia ad ogni dissesto bancario. Intesa per esempio ha una quota del 22 % e per Tercas ha pagato 60 mln. di euro. A fronte di questa situazione, oggettivamente difficile, Abi non trova di meglio che dichiarare che due livelli di contrattazione sono troppi, che non ci sono spazi per gli aumenti e che è necessario demansionare i quadri direttivi non riconvertibili, riducendo loro lo stipendio. A nostro avviso serve altro, servono idee e progettualità.

Osserviamo solo che Intesa Sanpaolo è più solida, più liquida della media del sistema e con una produttività per dipendente significativamente superiore al sistema (90% contro 83%, fatto 100 il valore di sistema ante crisi).

 

Linee del piano Industriale e il nostro punto di vista

Il Gruppo, che con ogni probabilità non presenterà utile operativo, dichiara che serve discontinuità sia sul lato ricavi che sul lato costi. Oggi le rettifiche superano il costo del lavoro, 6 miliardi contro 5 miliardi di Euro. Sul versante delle sofferenze ci sono progetti specifici quali cartolarizzazioni con altri soggetti, ma non ci dovrebbe essere una bad bank.Allo stato ci è parso di intendere che le sofferenze continueranno ad essere lavorate all'interno del Gruppo. Anche le sofferenze sono, ad oggi, un business e possono contribuire alla redditività del Gruppo e ad affrontare nel migliore dei modi il tema occupazionale. Ci è stata anticipata qualche linea del piano industriale. Dovrebbe proseguire la semplificazione societaria con meno aziende e organizzativa, con meno livelli. Con l'operazione Mediocredito e Mediofactoring spariscono 5 società, altre aziende bancarie dovrebbero fondersi. Altra linea guida sarà la valorizzazione delle Aree professionali, mettendo in campo nuove attività e nuovi servizi.

Il Gruppo ha scelto la multicanalità integrata, ovvero mantenimento della rete fisica, strutturata su Filiali/corner, integrata da contact center, che opera con prodotti bancari e non. La multicanalità sarà articolata su Atm, telefonia mobile, internet e pos. Il contact-center diventerà parte integrante del sistema e i colleghi non sono addetti a un call center, ma fanno banca e consulenza a tutto tondo. I prodotti possono quindi essere bancari e non bancari. Si parla di soluzioni innovative, intendendosi come tali la consulenza su finanziario, fiscale, assicurativo, immobiliare, ecc.

Fin qui nulla da dire, la questione è che nella discontinuità che Abi vuole stanno contratti individuali con fisso e variabile, altri contratti (agenti, produttori, promotori), precarietà e riduzioni salariali. Chiaramente tutto questo è inaccettabile!!! Come sono inaccettabili ipotesi che sia il fattore lavoro che paga la riconversione professionale. E' improponibile che la riconversione professionale venga attuata con riduzioni salariali in capo al lavoratore. Non siamo soci, siamo salariati!Questo è il nostro punto di vista, va bene l'innovazione, l'abbiamo sempre condivisa nel Gruppo Intesa Sanpaolo, ma c'è un limite: i diritti fondamentali del lavoratore, che non può in alcun modo accollarsi rischi e oneri propri dell'imprenditore. Condividiamo l'idea dei nuovi mestieri, della consulenza, della diversificazione dei prodotti, ecc.., ma sempre nell'ambito dell'area contrattuale del credito e con una contrattazione collettiva che regoli le prestazioni lavorative.

 

Banca Estesa e pressioni commerciali, così non va!

Abbiamo più volte chiesto e segnalato che era opportuno modificare l'orario perché dopo le 18:30, in particolare nelle Filiali periferiche, non c'era affluenza di clientela. Nel corso del recente incontro, l'azienda si è presentata solo con palliativi, quali un nuovo turno nelle fasce centrali. E' evidente che pesa la campagna pubblicitaria in corso, dove si reclamizza l'apertura fino alle 20 e il prossimo piano industriale, dove normalmente si riesamina tutto. Dobbiamo comunque dichiarare la nostra delusione e contrarietà, abbiamo investito e ci siamo spesi anche noi in questo progetto e i risultati non sono quelli che abbiamo auspicato.

I colleghi si chiedono, vale la pena? Noi diciamo ancora di sì, ma servono rilevanti correttivi, altrimenti anziché conquistare clientela, la perdiamo.Nel contempo in rete le pressioni commerciali sono sempre più forti e scientifiche. Ai clienti che vengono pochissimo in banca è necessario telefonare, piazzare “prodotti da banco” e Fondi di Investimento. Il proliferare di figure di controllo è sempre più insopportabile. Siamo convinti che qualcuno di questi sarebbe più redditizio all'azienda e più gratificato personalmente se venisse adibito a “nuovi mestieri”. Non si può vessare e umiliare il collega come in alcune realtà oggi sta accadendo.

 

ISGS

Per quanto riguarda ISGS rileviamo continue riorganizzazioni e continue riallocazioni di lavorazioni. Il disegno non è chiaro. Abbiamo segnali che parte del data entry venga lavorato in Romania. Rileviamo invece positivamente la riconversione di Potenza e Cosenza che stanno già operando su recupero crediti. La riconversione di Lecce in contact unit dovrà essere accompagnata da formazione professionale e da mansioni adeguate alle competenze e alle aspettative di colleghi giovani e con elevata scolarizzazione. Il nuovo ruolo delle contact unit nel progetto di multicanalità dovrebbe consentire sviluppo professionale anche per questi colleghi.

Rileviamo in sintesi che ISGS sta sempre più assorbendo funzioni specialistiche, il data entry sta diventando sempre più contenuto.Tutto questo conferma la validità di scelte che il Sindacato di Gruppo ha fatto.

 

L'occupazione nel Gruppo

Nella recente verifica sull'applicazione degli accordi occupazionali nel Gruppo è emerso che la riduzione dei costi è in linea con gli obiettivi previsti.Il Gruppo Intesa Sanpaolo continua a perdere occupazione, da 66.485 addetti al 31.12.2012 a 65.247 il 31.12.2013, con la diminuzione di 1.238 addetti. Per effetto degli accordi sottoscritti sono state riconosciuti 1.270 nuovi part time e sono in corso di accoglimento tutte le 130 domande giacenti. La scommessa su part time e solidarietà difensiva volontaria di cui all'accordo 2 luglio 2013 è stata azzeccata.

Non solo, sono potute essere accolte solo parte delle richieste di sospensione di orario, che hanno dovuto essere così riproporzionate da 5 a 3 gg, da 10 a 6 gg. E' emersa, purtroppo, una nuova questione, lo strumento della solidarietà difensiva è ormai in stand-by perché non ci sono più soldi. Peccato! Tocca rifinanziarlo al più presto in quanto rappresenta un modo sostenibile e gradito per affrontare le questioni occupazionali.

 

Il premio aziendale

Ci hanno anticipato che, poiché il risultato ordinario del Gruppo non sarà positivo, non ci sono gli accantonamenti per il premio aziendale. Nostra opinione è che ci debba essere un riconoscimento al lavoro, non è pensabile che il gruppo presenti un risultato positivo, ancorché per effetto delle plusvalenze della quota in Banca d'Italia, e ne beneficino solo gli azionisti.

Consapevoli che ai sensi del CCNL non scatterebbe, chiediamo comunque un'erogazione, anche a fronte nuovi processi e nuovi modelli organizzativi, pensiamo ad esempio a Banca estesa e ai sacrifici di tutti i colleghi coinvolti.

 

Come si può intuire, gli argomenti sul tavolo sono davvero molti e quanto mai articolati e complessi. Noi della Fiba siamo pronti con le nostre proposte e le nostre idee: sempre pronti a innovare, ma mai disposti a lasciare soli i lavoratori!

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